Caravaggio arriva a Monza!

Un’avventura di quasi 400 anni quella del quadro del Merisi “San Francesco in meditazione” giunto al Serrone della Villa Reale e visitabile gratuitamente dal 1 al 19 aprile 2015.

1606 e 1967: questi sono gli anni che seguono i momenti fondamentali dell’opera di Caravaggio.

E’ stato appeso alle pareti della sagrestia della chiesa di San Pietro Apostolo a Carpineto Romano. Ma chi conosce Carpineto Romano, un paesino che si affaccia su una anonima tangenziale dei monti Lepini?

Probabilmente Maurizio Marini che nel 1967 noto’ qualcosa di particolare in quella tela, ormai annerita dal tempo, dal grasso della candele, abbandonata a se stessa. Da li’ inizia la scoperta del San Francesco.

Prima si pensava che fosse una copia identica al San Francesco presente nella Chiesa dei cappuccini, Santa Maria della Concezione, a Roma, ma dopo vari studi si giunse ad una grande scoperta: il San Francesco di Carpineto era l’originale e non la copia.

Gli studiosi lo capirono da diversi dettagli, fra cui i ripensamenti del pittore sulla mano destra e sul cappuccio della veste: erano chiaramente delle modifiche fatto su una tela originale,non invece copiata.

Il San Francesco di Carpineto viene quindi a rivestire un ruolo molto importante, in quanto si tratta di una quadro dell’ultimo periodo di vita del Caravaggio. Il pittore “eccelso”, come lui soleva definirsi, stava attraversando il periodo piu’ tormentato della sua vita, essendo in fuga dopo la condanna a morte, dovuta all’uccisione di Raniero Tommasoni, il 29 maggio del 1606.

Caravaggio era conosciuto come un uomo dal carattere difficile, aggressivo e scontroso, e questo gli fu fatale durante il gioco della pallacorda a Campo Marzio. Per un punto conteso durante la partita, nacque una rissa violenta nella quale Caravaggio uccise, probabilmente senza volerlo, Ranuccio e fu costretto quindi a nascondersi a Palazzo Colonna. Dopo la sua condanna, che consentiva la sua uccisione da parte di chiunque lo riconoscesse, inizio’ il pellegrinaggio dell’artista che si nascose nei vari possedimenti dei Colonna,suoi protettori.

Sembra che il San Francesco fosse stato commissionato da un Cardinale, ma non esiste una documentazione in merito.

Un’opera matura quindi, dipinta in un momento diffcile, in cui Caravaggio sapeva di poter contare solo sulle sue abilita’ pittoriche per poter reinventarsi un futuro e non sentirsi come un uomo morto che cammina verso un destino buio ed incerto.

Ora, grazie a Il Cittadino ed al Consorzio, si puo’ ammirare il quadro nel Serrone della Villa Reale. Forse ci saranno code, ma vi consiglio di essere pazienti perché il Caravaggio merita sempre di essere ammirato: la sua luce lascia sempre increduli e stupiti, i suoi personaggi risultano sempre cosi’ realistici da suscitare grandi emozioni ogni volta.

E’ un orgoglio per la citta’ di Monza ospitarlo.


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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