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Alla scoperta di CHAGALL a Monza

Alla scoperta di CHAGALL a Monza

Ho sempre pensato di non amare molto le opere di Marc Chagall, ma credo che nella vita sia vantaggioso andare contro i pregiudizi e provare a scoprire le cose. Una mente curiosa ed aperta è pronta sempre a cambiare e ad accogliere belle sorprese.

Ed è quello che mi è capitato sabato, andando alla visita guidata della mostra di Marc Chagall a Monza in Arengario.

Alla scoperta di Chagall 9

La cosa che più mi ha stupito entrando è stato vedere solo bianco e nero: l’artista russo, conosciuto come il maestro del colore del 1900, si presenta in questo modo, con ben 300 acqueforti e l’assenza del colore. Ma sempre andare contro le apparenze nella vita…e cercare di capire…

La mostra “Chagall, la grafica del sogno” presenta per la prima volta le tre serie grafiche complete più importanti dell’artista , ovvero la trilogia composta dalle “Anime morte” di Gogol, dalle “Favole” di La Fontaine e dalla Bibbia.

Chagall si avvicina all’arte grafica in età avanzata, a 35 anni, quando iniziò ad illustrare una sua biografia (evidentemente era già molto famoso). Egli era nato in campagna, a stretto contatto con la natura e questo lo caratterizza in quasi tutte le sue opere; inoltre, essendo ebreo, seguiva una corrente nata in Polonia nell’ 800, chiamata chassidismo. Mi è piaciuto molto questo legame stretto fra il chassidismo e le sue opere!

Questo movimento religioso afferma che Dio è presente in ogni cosa e che per innalzarsi a lui non è condizione necessaria lo studio della Legge e neppure una prassi ascetica di vita, ma è sufficiente servirlo con amore, in spirito di semplicità e letizia.  Viene anche ripresa l’importanza del contatto con la natura e i suoi esseri viventi. Ecco perché nelle opere di Chagall sono presenti tanti fiori, piante ed animali.

Un altro aspetto che mi ha davvero incuriosito è il lato fanciullesco dell’artista: egli si sentiva ancora un bambino, un giocherellone e lo vediamo un po’ in tutte le opere esposte, soprattutto nelle Favole.

Le favole che, secondo me, meritano più attenzione nella mostra sono:

  • “L’asino carico di spugne e l’asino carico di sale”
  • “La volpe e l’uva”
  • “La gatta che diventa donna”
  • “Il vaso di argilla ed il vaso di ferro”
  • ” Le due capre” 

Nella favola “L’asino carico di spugne e l’asino carico di sale” si racconta di un asino che trasporta sale che per il peso va piu’ lentamente rispetto a quello carico di spugne.Arrivati davanti ad un torrente da attraversare, l’asino carico di sale riesce a sopravvivere perché il sale si scioglie, mentre quello carico di spugne affoga in quanto il peso dell’acqua lo porta verso il fondo, insieme al padrone. La morale della favola è: non imitare gli altri. Un particolare a cui fare attenzione è il cielo, che ricorda molto i cieli stellati di Van Gogh.

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Altra favola molto ben rappresentata è “La v0lpe e l’uva”, abbastanza conosciuta, che vuol raccontare come spesso chi non riesce a raggiungere il suo intento, si consola disprezzandolo.

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Nella favola “La gatta che diventa donna” si racconta di un uomo così innamorato della sua gatta, che, dopo infinite preghiere, riesce a vederla trasformata in donna. Un giorno la donna, trovando per casa dei topi, inizia a rincorrerli, ascoltando appunto la sua natura animalesca. L’uomo allora, disperato, la caccia di casa. La morale è: sii sempre te stesso. Molto belli di questo disegno sono il ricco vestito e il viso della donna, dai tratti felini, che ci riporta al dualismo tipico delle opere di Chagall.

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Nella favola “Il vaso di terra ed il vaso di ferro”, il vaso di ferro propone a quello di argilla di fare un viaggio, ma quest’ultimo rifiutò dicendo che a lui sarebbe bastato poco per ridurlo in cocci. Alla fine si fece convincere ma dopo solo cento passi cadde in mille pezzi. Il signficato della favola è: vai con i tuoi simili.

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Altra favola che mi è piaciuta molto è quella de “Le due capre”, che scendevano a valle da due opposti pendii. Sul fondo scorreva un grosso torrente e un tronco d’albero univa le due rive per consentire di attraversare il fiume.Le due capre si trovavano una di fronte all’altra sul tronco e volevano attraversare contemporaneamente.Il tronco era troppo stretto per permettere ad entrambe le capre di passare e nessuna delle due voleva lasciare il passo all’altra.Ostinate, cominciarono a litigare, ma nessuna delle due voleva cedere.Dalle parole passarono ai fatti e si presero a cornate, finché entrambe precipitarono nel torrente sottostante. La morale della favola è che a volte basta un po’ di gentilezza per uscire da situazioni difficili e che l’orgoglio non porta a nulla di buono.

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Un’altra sezione della mostra è dedicata alle illustrazioni del libro “Anime morte” di Gogol, create su suggerimento del grande Ambroise Vollard. Il romanzo ci fornisce un quadro  della squallida nullità che contraddistingue  il mondo, attraverso i viaggi del misero protagonista Cicikov. Tema fondamentale è quello della volgarità, segno di vacuità dell’animo, ancora piu’ pericolosa, secondo Gogol, dell’ ignoranza.

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I temi affrontati invece da Chagall nella Bibbia rimandano a un universo culturale di cui l’artista si è nutrito fin dai primi anni di vita, e ad un linguaggio che risente delle esperienze figurative legate alle avanguardie del XX secolo, delle quali Chagall è stato un esponente di primo piano. Una cosa curiosa è che l’artista, entusiasta del progetto, partì per visitare i luoghi sacri senza portarsi nemmeno un taccuino per gli appunti, ma cercando di far tesoro nella sua mente di tutte le cose viste e le sensazioni provate.

Una bella mostra davvero, che fa comprendere ancora di più che cosa significasse l’arte per Chagall: egli era come un bambino che amava disegnare, liberarsi di getto di pensieri, ricordi ed emozioni. Chagall infatti non aderì mai a nessuna corrente, a nessun simbolismo, ma sfogava la propria creatività liberamente, senza condizioni o costrizioni. Una pratica che viene consigliata anche nell’arteterapia di oggi: che Chagall ne fosse un precursore? Per non parlare poi della Colour therapy che sta andando tantissimo di moda ultimamente.

Buttati anche tu nel suo fantasioso mondo, per poterlo conoscere meglio e magari iniziare ad apprezzarlo come ho fatto io 🙂

Monza, Arengario (piazza Roma) e Musei Civici di Monza – Casa degli Umiliati (via Teodolinda 4)             

 4 settembre 2015 – 6 gennaio 2016

Orari: da martedì a domenica; Musei Civici: 10:00-13:00/15:00-18:00; Arengario: 10:00-13:00/15:00-19:00

Ingresso: Biglietto unico integrato Chagall + Musei Civici: intero € 6,00; ridotto, € 4,00

Informazioni: Musei Civici di Monza: tel. 039 2307126; Arengario: tel. 039 329541

 

 

 

 

 


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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