E’ tempo di carnevale, la festa per eccellenza dell’allegria, dei colori, della spensieratezza, della voglia di travestirsi per sentirti qualcun altro, degli scherzi, dei tortelli e delle simpatiche maschere.
E’ la grande festa invernale, durante la quale ci si può divertire prima dei quaranta giorni di Quaresima, periodo di penitenza ed austerità. Il Carnevale infatti si chiude il martedì grasso, giorno che precede il mercoledì dellle Ceneri.
Ma qual è la storia del Carnevale? Sappiamo che è una festa che si celebra nei Paesi cattolici, caratterizzata da elementi giocosi e fantasiosi e dall’uso tipico del mascheramento.
La parola carnevale deriva dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), probabilmente influenzata anche dal latino vale ( come per dire “addio carne”), visto che indicava il banchetto che si usava tenere l’ultimo giorno di Carnevale, prima del digiuno previsto dalla Quaresima.
L’origine del Carnevale sembra essere molto antica, forse nelle dionisiache greche o nei saturnali romani. Durante queste feste venivano sciolti gli obblighi sociali e le gerarchie, lasciando così posto al rovesciamento dell’ordine, alla dissolutezza e allo scherzo. Il carnevale rappresentava così un periodo di festa ma anche di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però dopo riemergeva nuovamente, rinnovato e pronto per un nuovo ciclo (in pratica quello dell’anno solare).
Grande protagonista del Carnevale è la maschera, che in epoca antica aveva il compito di tenere lontani gli spiriti maligni, diventando poi invece uno strumento per fare divertire il popolo. Grandi amanti dei travestimenti sono i bambini: chi non si ricorda la maschera preferita e la gioia di quei giorni? Io non vedevo l’ora di calarmi nelle vesti di una principessa oppure della spagnola…mentre ricordo bene di aver mal sopportato la maschera di Pierrot, che mi metteva tristezza.
Al giorno d’oggi le maschere più in voga per i bimbi sono quelle dei supereroi o dei personaggi televisivi, ma fino a qualche anno fa questi travestimenti non esistevano e la scelta del costume spaziava solo tra le maschere tradizionali.
Sarebbe bello invece cercare di non perdere queste tradizioni e raccontare ai bambini i significati delle maschere, per esempio, di Arlecchino, Colombina, Pierrot e Pulcinella: le loro storie contengono valori importanti della tradizione popolare.
Arlecchino per esempio era famoso per il suo vestito coloratissimo: essendo molto povero, la madre gli cucì un abito con tanti pezzi di stoffa recuperati dai vestiti dei suoi amici.
Colombina invece è una maschera tipicamente veneta, rappresenta una servetta che adorava la sua padrona Rosaura: simpatica, allegra e furbetta, combinava un sacco di imbrogli per rendere felice Rosaura.
Pierrot è una maschera molto conosciuta ed amata, caratterizzata dalla lacrima sul viso e dal vestito bianco, con un’anima malinconica e languida.
Pulcinella rappresenta invece la maschera napoletana per eccellenza, forse una delle più antiche, e personifica vizi e virtù del tipico borghese partenopeo.
Monza, pur essendo attaccata a Milano, ha sempre festeggiato il rito romano e non quello ambrosiano: nella maggior parte delle Chiese dell’arcidiocesi di Milano, il Carnevale finisce con la prima domenica di Quaresima; l’ultimo giorno di Carnevale è il sabato, ben 4 giorni dopo il nostro tradizionale martedì grasso.
Ma ti sei mai chiesto come mai a Milano la festa dura di più? La tradizione racconta che il vescovo Sant’Ambrogio fosse in pellegrinaggio ed avesse annunciato il suo ritorno a Milano il giorno di Carnevale, per celebrare i riti della Quaresima. Essendo in ritardo di giorni, la popolazione lo aspettò prolungando i festeggiamenti fino al suo arrivo. Furbi i milanesi, vero?
Monza però continua ancora oggi a rispettare il rito romano. Si sa in fondo che i brianzoli non hanno mai amato moltissimo il Carnevale, se vogliamo guardare invece i grandi festeggiamenti che vengono fatti in città come Venezia, Viareggio od Ivrea…
Diamo però il via al nostro Carnevale monzese, per godere di giorni colorati, pieni di coriandoli, stelle filanti, dolci buonissimi, scherzi di ogni genere e maschere curiose!
Ecco alcune proposte per festeggiare in città il vostro carnevale.
- Sabato 6 febbraio i bambini dai 3 ai 6 anni potranno partecipare al laboratorio “Storie in maschera” alle ore 15.30 presso i Musei Civici di Monza:un progetto per travestirsi come i personaggi dei quadri del museo.
- Lunedì 8 febbraio alle ore 17 presso la libreria Librogiocando (Via Vittorio Emanuele 13) con “Il sogno di Matilde di Canossa”: lettura animata sulle avventure della contessa Matilde per poi proseguire con principi, principesse, castelli e cavalieri.
- Martedi’ 9 febbraio “Carnevaliamo” presso la sede dell’associazione ostetriche Felicita Merati alle ore 10 in Via Vittorio Emanuele: i bambini fino ai 3 anni potranno costruire la loro maschera insieme ad una maracas.
- Martedi’ 9 febbraio alle ore 11 partirà dall’Arengario la sfilata delle maschere dei bambini nelle vie del centro di Monza, che terminerà con dei canti.
- Sabato 6 febbraio, per gli adulti, si festeggerà in Villa reale presso Le cucine: cena a buffet con piatti “carnevaleschi” accompagnati dallo spettacolo dell’artista Diego Drigo. Info e prenotazioni al numero: 039.2303531 (costo 40 euro).
Per comprendere lo spirito del Carnevale, ecco per te una simpatica poesia di Carlo Goldoni…e buon divertimento!!!
CARNEVALE di Carlo Goldoni
La stagion del Carnovale
tutto il Mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carnevale fa rallegrar.
Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s’impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.
Qua la moglie e là il marito,
ognuno va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.
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