A Monza molto spesso si discute su come incrementare il turismo e la prima cosa che solitamente viene in mente è quella di sfruttare maggiormente il Parco, come sembra abbia fatto la Regione in questi ultimi giorni, lanciando l’idea di un parco divertimenti-educativo nell’area verde.
Il parco di Monza in realtà è già ampiamente sfruttato: al suo interno infatti trovano posto un circuito automobilistico internazionale e la Villa Reale, senza contare maneggi, bar, strade carrabili, parcheggi, sedi di associazioni e case private… e credo che non serva pensare ad altre strutture, se si vuole ancora mantenere intatta al suo interno la natura, suo grande bene prezioso.
Nel tentativo invece di attrarre turismo utilizzando –e non sfruttando – il parco di Monza, è possibile avere altre idee che vanno nella direzione di preservare la dimensione naturale del luogo e di utilizzare proprio questo aspetto per diventare un esempio e un modello di educazione ambientale fondato sulla incontaminazione degli ambienti naturali e su un rapporto di fusione con essi.
Già da tempo si sta facendo strada un modo di fare educazione ambientale dove si propone di sentire la natura attraverso la sfera emotiva (ancora prima di apprendere nozioni su fiori, piante e chimica degli elementi) e dove il presupposto educativo è quello di ritenere l’essere umano “natura fra la natura” e non soggetto posto al suo vertice.
Questo modo di fare educazione ambientale prevede vissuti dentro a contesti più naturali possibili, dove l’attività svolta è osservare con gli occhi del cuore e non della testa, come avviene se si ascolta la meraviglia di ciò che si vede, il sentimento del bello, il senso di appartenenza, la paura del pericolo, la serenità e il piacere del sentirsi in armonia.
Si possono così sentire le sensazioni fisiche che si provano nel contatto o magari anche la scomodità di essere in un luogo selvaggio, riprendendo così antiche tradizioni di popoli ed etnie, che con la natura hanno una relazione paritetica e sacra.
Così facendo, il Parco potrebbe avere una nuova possibilità da aggiungere alle varie altre attrattive: orientarsi in modo nuovo all’educazione ambientale e al benessere e soprattutto permettere al Parco – in una zona circoscritta – di essere se stesso, finalmente senza alcun intervento umano, quindi selvaggio, spontaneo e incontaminato per educare le persone a saperlo vivere così è naturalmente.
E’ il nostro polmone verde, il nostro gioiello, il nostro orgoglio: custodiamolo ed amiamolo gelosamente.
Andrea Spatuzzi
Psicologo, psicoterapeuta
Viaggiando con Bea
21 marzo
Che belle foto e che orgoglio ad avere un simile bene a due passi da casa. Io, poi, sono una fan delle camminate e quale migliore meta per le mie scarpette di ginnastica? Gran bel post. Ciaoo
Monza Reale
21 marzo
Grazie! 🙂
Monza Reale
21 marzo
Bea poi sto organizzando un Pic nic Reale: non potrai mancare! Keep in touch! 🙂
Viaggiando con Bea
21 marzo
Volentieri spero di poter venire. Ciaoo