I 50 dell’uomo sulla luna si festeggiano il 20 luglio 2019 in tutto il mondo e vogliamo raccontarvi qualche curiosità sui suoi protagonisti.
Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Michael Collins sono i tre uomini che la NASA sceglie per la missione più importante della storia.
Il 20 luglio 1969 sbarcano sulla Luna, sotto gli occhi del mondo intero che li osserva dalle televisioni. Il presidente Kennedy prima di essere assassinato aveva promesso l’allunaggio entro la fine degli anni Sessante e loro realizzano questo desiderio.
Armstrong è il primo a camminare su quella strana superficie grigia, poi segue Aldrin, mentre Collins resta a bordo ad aspettarli, orbita, finisce dietro la Luna, ed è il primo uomo a vederne la faccia nascosta, la faccia oscura su cui tutta l’umanità si è sempre interrogata.
Armstrong prende il brevetto di pilota a 16 anni: volare è sempre stata tutta la sua vita, quando non volava studiava ingegneria, o costruiva aeromodelli e veniva sempre descritto come un “uomo impenetrabile”.
Armstrong è quindi il primo uomo a lasciare la sua impronta sulla Luna e prima di calpestarne il suole descrive la superficie così: “È un colore sostanzialmente senza colore, grigio bianco, molto bianco, e il grigio è gessoso”. Dopo la missione, tornano sulla Terra sani e salvi, ma nella vita non furono mai amici, solamente dei cordiali estranei.
Quando Aldrin scopre che è Armstrong l’astronauta destinato a camminare per primo sulla Luna l’invidia lo acceca. Dei tre, Aldrin è l’unico litigioso, polemico, si accende facilmente. Al ritorno sulla terra, quando sa che verrà emesso un francobollo con la faccia di Armstrong la tensione esplode. Aldrin abbandona la Nasa, comincia a bere, si esaurisce, divorzia una prima volta e una seconda, finisce in una clinica dove si curano depressioni nervose.
Si dice che la Luna ha un effetto tremendo, regala gloria, ma pare proiettare un’ombra nera su chi ci è salito sopra, infatti qualche equilibrio si altera sempre, basti pensare che su ventuno uomini andati sulla Luna tredici matrimoni finiscono in divorzi o separazioni.
Se Aldrin è irruento, Armstrong è sempre stata una persona fredda ed impassibile. Neil mantiene sempre il sangue freddo, nulla lo turba, forse perché la sua vita è radicalmente cambiata dopo la morte della figlia piccola, malata di tumore. Durante le missioni che preparano l’allunaggio è già un’icona, stringe molte mani, firma autografi. Il 20 luglio 1969 il suo nome rimbalza in ogni angolo del mondo, però dopo finirà a fare vita di provincia, a chiudersi sempre di più, pochissime interviste, niente più autografi, lo stile di vita di un eremita.
Se Aldrin è irruento e Armstrong impassibile, Collins è distaccato. Nasce a Roma, da cui potrebbe aver preso l’ironia che lo contraddistingue, in via Tevere, dove c’è ancora una targa, il 31 ottobre 1930 (anche Armstrong e Aldrin sono nati nel 1930). Se Armstrong è il protagonista dell’allunaggio, e Aldrin il coprotagonista, lui è l’ombra. Eppure dei tre è quello che dopo la Luna soffrirà meno degli altri, vive senza ansie né depressioni.
Kennedy annunciò la conquista della Luna ma non la vide. Il presidente Richard Nixon nel 1969, per l’allunaggio, preparò il discorso funebre per i tre astronauti, visto l’esito incerto della spedizione. Due dei tre discorsi funebri devono ancora essere pronunciati, Richard Nixon è morto, Buzz Aldrin e Michael Collins sono ancora vivi.
La Luna ha sempre avuto un forte fascino sull’uomo fin dall’alba dei tempi, e pochi anni addietro sembrava una follia poterci mettere piede.
Cinquanta anni fa, il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, nel luglio del 1969, non è stata solo un’impresa tecnico scientifica straordinaria, ma un momento che ha trasformato il presente in futuro.
Nella notte del 20 luglio 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin hanno passeggiato su un suolo mai percorso prima da piede umano.
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Alle 20:17:40 UTC (tempo coordinato universale) il modulo lunare atterrò sulla Luna nella parte meridionale del Mare della Tranquillità a circa 20 km a sud-ovest del cratere Sabine D.
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