Salvador Dalì a Monza, nell’affascinante piano Belvedere della Villa Reale, arriva da sabato 7 dicembre 2019 fino al 7 dicembre 2021. Si sì hai letto bene, per due anni!
Nuova Villa Reale Monza Spa, in collaborazione con Historian Gallery, presenta un progetto biennale interamente dedicato al grande artista catalano, oltre 270 opere tra volumi, litografie, serigrafie, xilografie, incisioni e pergamene che permettono al visitatore di immergersi negli aspetti più affascinanti del surrealismo.
Il sogno, la simbologia e l’inconscio prendono vita nelle tematiche più disparate: religione, letteratura italiana e internazionale, poesie, amore e uno spazio dedicato al pubblico adulto, rivolto alle avventure amorose di Giacomo Casanova e di Tristan Corbiére.
Il viaggio nei meandri dell’inconscio inizia con le tavole della Biblia Sacra: 105 serilitografie uniscono il sacro alla simbologia daliniana, un ritorno alla fede dal sapore mistico e profondo. Le sofisticate tecniche di serilitografia degli anni ‘60, arricchite dall’innovativa applicazione di inchiostri e vernici metallizzate, unite ai colori sgargianti, al tratto dell’artista e alla sua visione della spiritualità, garantiscono un connubio tra Sacro e Profano di forte impatto emotivo.
La tragedia di William Shakespeare “Romeo e Giulietta” si anima nelle 10 serigrafie che trasportano il visitatore nel turbinio dell’amore travagliato di Romeo e della sua amata Giulietta. La magnifica sala Belvedere viene ulteriormente arricchita dalle opere tratte dall’alchimia dei filosofi, un’analisi della misteriosa tecnica alchemica racchiusa in splendide pergamene, adornate da pietre preziose scelte appositamente dall’artista in fase di realizzazione.
L’alchimista si fonde con l’artista, intraprendendo un percorso filosofico dalle radici centenarie, addentrandosi tra gli elementi dell’alchimia cinese, indiana, greca, araba, ebraica ed occidentale, giungendo alla massima conoscenza di sé.
La tematica della religione viene ripresa con il Pater Noster, preghiera basilare del cristianesimo e fondamentale per l’animo redento di Salvador Dalì. Le 9 litografie esaltano gli impegni e le richieste espresse con la preghiera, in cui l’artista manifesta gratitudine anche verso Papa Paolo VI, che ritroviamo raffigurato nella maggior parte delle tavole. Il Pater Noster è uno scorcio sull’intimità dell’artista, che ci regala, con questa suite di capolavori, un tratto personale di sé, interpretando l’invocazione con delicatezza, sentimento e fede, senza tralasciare l’inconscio.
Una sezione della mostra ci mostra invece il lato erotico dello stile dell’artista catalano, dove le memorie di Giacomo Casanova e le poesie degli “Amori Gialli” di Tristan Corbière ci avvicinano alle sfumature dell’amore carnale, fisico e cortese da una parte e obbligatoriamente platonico dall’altra.
Il grande amatore Giacomo Casanova viene eccentricamente interpretato da Salvador Dalì: 13 litografie assecondano le fantasie del Veneziano in sette avvincenti episodi tratti dalle “Memorie di Giacomo Casanova”. Dieci incisioni illustrano una selezione di altrettante poesie degli “Amori Gialli” di Tristan Corbière, il poeta maledetto.
La Divina Commedia, pilastro culturale italiano, viene elaborata in chiave psicanalitica, dove demoni, peccatori, penitenti e anime pure popolano la scena, accompagnando Dante, Virgilio, Beatrice e l’osservatore stesso in un viaggio nei tre regni, colmo di speranza, fatica e gioia.
Nel 1950, in vista del 700° anniversario della nascita di Dante Alighieri (1265-1321), il governo italiano commissionò a Salvador Dalì l’illustrazione della Divina Commedia: l’artista vi lavorò dal 1950 al 1959, realizzando una serie incredibile di capolavori, 100 in totale. L’artista si immerse totalmente nel poema dantesco, analizzandone tutti gli aspetti intrinsechi, elaborandone in modo intimo e personale le sfaccettature, proponendo, al termine del suo compito, un percorso nei tre regni dell’aldilà davvero particolare. Le parole di Dante Alighieri diventarono per Dalì un riferimento per analizzare un ulteriore aspetto dell’inconscio, la fede, sviluppando un suo personale percorso di redenzione. Non si limitò a riprodurre ciò che Dante descrisse nella Divina Commedia, ma riuscì con il suo tocco unico a ridefinire il viaggio tra i dannati, i penitenti e i beati, scegliendo un momento, un personaggio o uno scenario per lui stimolante.
Non perdetevi quindi questa introspettiva dedicata ad uno dei più grandi maestri del Novecento, che si rivela, nei suoi aspetti più personali e nascosti, attraverso questa meravigliosa serie di opere esposte.
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