I Musei Civici di Monza hanno una storia che affonda le radici in tempi lontani.
Era il 1874 quando il conte Ercole Silva prese la decisione di donare alla città di Monza un reperto della sua collezione archeologica, la famosa Ara dei Modiciates.
In questa pietra è racchiusa la storia della nostra città: si tratta del frammento di un antico altare romano, dedicato a Ercole da un gruppo di “iuvenes modiciates”, i giovani abitanti di Modicia, ovvero l’antica Monza.
La sede del Museo si trova in Via Teodolinda, in uno degli edifici che ospitavano nel Medioevo le Case del Terzo Ordine degli Umiliati: ve li ricordate?
Erano un gruppo composto da consacrati e laici (il terzo ordine) che viveva in umiltà dedicandosi principalmente alla predicazione e alla lavorazione dei panni lana. Edifici come questo erano molto diffusi a Monza, dove gli Umiliati avevano una forte comunità, ed erano utilizzati dai laici per gestire le attività commerciali e le opere di carità di cui si facevano promotori.
Tornando alla collezione dei Musei Civici di Monza, questa crebbe negli anni, a seguito di generose donazioni. Fra tutte la più importante risultò essere quella legata al lascito testamentario di Eva Galbesì Segrè, che negli anni ’20 donò la sua ricca collezione di dipinti (principalmente artisti di area emiliana del XVI secolo) e stampe al Museo che si stava allora costituendo.
L’inaugurazione ufficiale si ebbe nel decennio successivo e la sede espositiva fu per lungo tempo la Villa Reale di Monza, nell’ala nord (avete notato all’ingresso della Villa, su viale Regina Margherita, la targa che ancora oggi cita “Pinacoteca Civica”?).
Le acquisizioni proseguirono negli anni a venire, fino a costituire un patrimonio decisamente ricco: una visita ai Musei Civici di Monza oggi significa ripercorrere tutte le tendenze del collezionismo e del mercato dell’arte monzese, la cui epoca di maggior lustro fu sicuramente la seconda metà del XIX secolo con pittori come Mosè Bianchi, Eugenio Spreafico, Emilio Borsa, Pompeo Mariani.
Non mancano i riferimenti alla società dei secoli passati, di cui la Galleria dei ritratti offre un genuino spaccato, insieme alle vedute della Monza che non esiste più, come quelle che raffigurano i resti del castello Visconteo, o le porte urbiche o ancora la movimentata vita sotto i portici dell’Arengario.
Non può certo mancare uno sguardo all’età più moderna, con i lavori di maestri e allievi dell’ISIA (la meravigliosa “Leda col cigno” di Arturo Martini, ad esempio, e i pannelli in ceramica firmati da Salvatore Fancello), i dipinti degli amici del Coenobium e le opere delle Biennali Giovani degli ultimi anni.
Da non dimenticare è anche il patrimonio di stampe dei Musei Civici di Monza: oltre 13000 esemplari, che vengono esposti a rotazione in piccole mostre tematiche.
Ancora per poche settimane avremo l’occasione di visitare la mostra “In linea con Leonardo” che attraverso le stampe dei Musei a tema “leonardesco” ci aiuta a valorizzare il patrimonio di questa istituzione e ad avvicinarci in maniera semplice ed efficace alla lettura di queste particolari opere d’arte.
Se non siete mai stati a visitare i Musei Civici di Monza allora non potete aspettare ancora: sono una vera perla della nostra città!
Il nostro quadro preferito? E’ il ritratto, dipinto da Giuseppe Amisani, di Maria Melato, attrice italiana famosa nei primi anni del 900, antagonista della grande Eleonora Duse: rimarrete incantati davanti alla femminilità strabiliante dello sguardo, la posa, le vesti e l’anello verde che spicca che la rende ancora più sensuale.
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