Coronavirus Monza? In questi giorni di preoccupazione, cerchiamo di allentare un po’ la tensione, magari con una bella passeggiata all’aria aperta.
Perché non cogliere l’occasione per riscoprire il nostro Parco?
Noi ci andiamo spesso, soprattutto nel week end alla mattina presto, quando ancora c’è pochissima gente, anzi praticamente nessuno: è uno spettacolo meraviglioso.
Potete ascoltare i rumori degli animali che lo popolano e vedere gli scoiattoli che saltellano sugli alberi, ammirare i bellissimi alberi nel silenzio e rimanere incantati dalla bellezza della Reggia di Monza.
Oppure potete prendere la bicicletta e perdervi un po’, andando alla scoperta di angoli nascosti o cercando le sue cascine: noi amiamo Cascina Isolina, la conoscete?
Cerchiamo il contatto con la natura, prendiamo esempio dai nobili che soggiornavano in Villa Reale: loro meditavano passeggiando intorno alle mura, all’ora del tramonto.
Buttiamoci, in questo periodo in cui siamo più costretti in casa, nella stupenda natura del nostro Parco e rinfreschiamoci un po’ la memoria con la sua storia: la conoscete già?
Il Parco di Monza è uno tra i maggiori parchi storici europei, il quarto recintato più grande d’Europa e il maggiore circondato da mura.
Ha una superficie di 688 ettari ed è situato a nord della città, tra i comuni di Monza, Lesmo, Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono. Con i Giardini Reali, il Parco di Monza costituisce un complesso di particolare valore paesaggistico, storico e architettonico, incluso nel più ampio Parco regionale della Valle del Lambro. Dal 1922 ospita al suo interno l’autodromo nazionale di Monza, uno dei più importanti e prestigiosi circuiti automobilistici al mondo.
Il parco fu voluto da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone e viceré del Regno d’Italia, come complemento alla Villa Reale costruita alcuni decenni prima per volontà del governo austriaco. Venne costituito ufficialmente con decreto napoleonico il 14 settembre 1805 in estensione ai già esistenti Giardini Reali. Il progetto fu affidato all’architetto Luigi Canonica e a Luigi Villoresi; i lavori iniziarono nel 1806 e terminarono nel 1808.
Il parco nacque fondamentalmente come una tenuta modello che conciliava il soggiorno suburbano del sovrano alla possibilità di disporre di una riserva di caccia personale.
Sono diverse tuttavia le ipotesi sulla reale esigenza che portò alla sua realizzazione; secondo Francesco Rephisti, la fondazione del parco poteva essere vista come la predisposizione di una grande riserva territoriale a pochi chilometri da Milano, allora capitale del Regno d’Italia, pronta ad accogliere in caso di esigenza grossi contingenti militari. Ad avvalorare quest’ipotesi ci sarebbe stato il corposo allevamento reale di cavalli alla Villa Pelucca, a Sesto San Giovanni. Secondo Cinzia Cremonini, la Villa e il parco rientravano invece in un più complesso disegno, volto ad esaltare la grandezza dell’Imperatore, del quale Eugenio di Beauharnais era l’erede.
Dal punto di vista territoriale, il parco si estendeva inizialmente fino alla Santa – al tempo frazione di Monza, oggi parte del comune di Villasanta – e a Vedano, includendo al suo interno le importanti proprietà dei Durini, a cui appartenevano Villa Mirabello e Villa Mirabellino. Già nel 1806 venne acquisita un’ulteriore fascia terrazzata di circa 5 km a nord-ovest di Monza, facente parte dei comuni di Monza, Vedano e Biassono, procedendo subito dopo alla costruzione del muro di cinta, utilizzando, tra l’altro, i resti delle mura medievali della città.
Intorno al 1808 il parco di Monza diventa così il più esteso parco cintato d’Europa, con un muro di recinzione lungo 14 km, raggiungendo così l’estensione di circa 9 km² che comprendeva edifici preesistenti (ville, mulini e cascine), strade, aree agricole e aree boschive.
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