Casa identità, come dice la nostra Property Finder Tatiana Caglia di TLab , significa raccontare qualcosa della nostra personalità attraverso l’abitazione.
Quando approdiamo in una nuova abitazione, siamo nella fase in cui ci adattiamo alle nuove mura, alla nuova vista, al taglio dell’abitazione, alle nuance della pavimentazione scelta o che abbiamo deciso di far propria; è come se fossimo in una scatola con porte e finestre da arricchire con la nostra personalità, attraverso gli oggetti e i mobili che ci appartengono da sempre o a cui siamo più affezionati, che rimandano a parti di noi e ai ricordi, oppure giocando con un arredamento tutto nuovo, e per alcuni spazi anche su misura.
Mano a mano che abitiamo e viviamo la casa che abbiamo scelto, iniziamo a sentirla nostra creando una sorta di legame intimo fra noi e il nostro spazio, spazio che diventa il nostro specchio; si pensi anche al bisogno che sentiamo ogni tanto di cambiare alcuni oggetti per dare una nuova fisionomia agli ambienti che ci circondano attraverso i colori alle pareti, i tessuti delle tende, con la forma dei cuscini…
Confrontandomi con Marina, esperta di fashion per Monza Reale, voglio dedicare un omaggio alla sua casa, che ha una storia davvero affascinante e spiega in pieno il concetto di casa-identità, addirittura superandolo.
Indietreggiando nel Novecento, nel quartiere di San Biagio, immaginate un negozio di tessuti, attività cominciata da sua nonna e continuata da sua madre: ad esso viene accorpato negli anni cinquanta una porzione di abitazione dal carattere più moderno, ma è negli anni novanta che Marina ne prosegue la trasformazione stimolando oggi un’ incredibile fascino e curiosità: riadegua la porzione costruita negli anni ‘50 allo stile del ‘900 della bottega, e l’area di negozio diventa il suo salone, valorizza inoltre l’area cortilizia con un giardino dal look incantato, che considera la parte più rappresentativa di se stessa, potendone anche gustare i colori dal risveglio della primavera fino a quelli autunnali.
Il risultato quindi è un lavoro di integrazione di tre generazioni, arrivando ad abitare in una casa a sua identità, mantenendo la consapevolezza di ciò che è stata un tempo, ovvero un bagaglio ricco dell’identità della sua famiglia.
Dal mio punto di vista questo è davvero un grande privilegio al quale contrappongo, per stile e tipologia, la scelta che ho fatto per la mia prima casa: una soluzione mai abitata e di recente costruzione in classe energetica B; dove, sprovvista di uno spunto dal passato, l’intenzione dominante è stata quella di scegliere dei materiali il più possibile coerenti con lo stile di arredamento idealizzato.
Per quanto mi riguarda, trovo una maggior estensione della mia identità attraverso l’arredamento della mia camera da letto: il verde perlato delle pareti e delle tende, la scelta di avere meno armadi possibili all’interno sfruttando il disimpegno, comò e comodini in stile shabby francese e le lampade a corredo in foglia di banano, rispecchiano il mio grande amore per la natura, nonostante la mia professione a contatto con le case 😉.
E voi invece, cosa ci dite? La vostra casa vi rispecchia?
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