Street art Monza è un fenomeno artistico che sta interessando la nostra città e grazie alle guide turistiche di Art-U possiamo scoprire insieme gli angoli della città dove poter ammirare questa nuova forma d’arte.
La street art (letteralmente: arte di strada, per sua natura fruibile da tutti e presentata in grandi spazi pubblici) è un fenomeno che negli ultimi decenni si è sempre più sviluppato in Italia, in particolar modo nelle grandi città, sdoganandosi lentamente ma inesorabilmente dall’etichetta di “vandalismo” con cui spesso è stata definita.
Conosciamo bene i grandi nomi di questo fenomeno artistico, Banksy su tutti, e molti di noi avranno già avuto modo di visitare le zone di Milano dove negli ultimi tempi la riqualificazione urbana è stata messa in atto anche attraverso l’uso del colore: per esempio il quartiere Ortica, con il progetto “Ortica Memoria” a cura di Ortica Noodles, e la zona di Isola/Garibaldi o i Navigli.
Anche Monza ha la sua collezione di street art, con opere distribuite in varie zone della città e meno definite in un progetto unitario rispetto alla vicina Milano…ma non per questo meno interessanti o curiose! Anzi, cercarle tra le vie cittadine, esercita il nostro sguardo a valorizzare quello che ci circonda, anche se apparentemente non ci sembra particolarmente interessante.
Alcuni anni fa, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2016, il Comune di Monza in collaborazione con Associazione ReStart (fondata da ex studenti, docenti e genitori dell’Istituto Nanni Valentini) avviò il progetto “Recover Monza” grazie al quale alcuni giovani artisti furono coinvolti nella realizzazione di murales in tutta la città.
Uno dei più famosi è sicuramente il coloratissimo lavoro di Camilla Falsini (vicolo Carrobiolo) che rappresenta un castello circondato dal suo borgo medievale; non una ricostruzione storica, quanto piuttosto un’ambientazione fantastica, realizzata con colori vivaci e toni da favola che sembrano ispirarsi alle Città Invisibili di Calvino.
Gig (ossia Luigi Loquarto) ha invece dipinto un anonimo muro di cinta in via Silva, nel quartiere San Giuseppe, rappresentando la deriva di alcune barchette di carta, come pensieri che navigano nella mente senza particolari direzioni.
Matteo Capobianco (detto “Ufocinque”) ha invece lavorato nell’ambiente del sottopasso della stazione, in corso Milano, dipingendo macchie di colore che evocano una sorta di paesaggio naturale sotterrraneo, una foresta urbana.
Lo stesso tema è stato affrontato anche da Lucamaleonte, sulla passerella di collegamento di via San Gottardo a cavallo della ferrovia: anche qui elementi naturali dai toni più neutri rivestono le murature immergendoci nella rappresentazione della natura, là dove è più forte la presenza dell’infrastruttura creata dall’uomo.
Giorgio Bartocci invece si è occupato del restyling del centro civico di via Iseo, rivestendo le pareti esterne dell’edificio con creature colorate e indefinite, dai contorni fluidi.
Non è inoltre da dimenticare la presenza fondamentale del Grauen Studio lungo la ciclabile Villoresi: spazio espositivo per mostre collettive o dedicate a un singolo artista e soprattutto grandi pareti a disposizione, affacciate sul canale, dove presentare di volta in volta nuovi interventi di street artists.
Anche le “Pulizie di Primavera” sono state occasioni in questi anni per dare colore alla città e presentare nuovi murales. L’artista monzese Paolo Monga ha realizzato l’opera “Attimi” presso i giardini pubblici di via Biancamano, istantanee di momenti di vita quotidiana che hanno per protagonisti giovani, bambini e anziani. Sono sue opere anche il murales in viale Romagna, con un volto di giovane donna che ruota verso l’osservatore su un vivace sfondo rosso, e la vettura di Formula 1 rappresentata fuori dallo Stadio Brianteo, su viale Stucchi.
A Triante, presso la Biblioteca Civica di quartiere è possibile invece ammirare “Blue blue blue” di Giacomo Morelli, un murale costruito su variazioni di blu che lasciano all’osservatore la possibilità di immergersi in un orizzonte quasi infinito, come fosse il cielo o il mare.
Legato invece alle Biennali monzesi è l’opera del 2011 firmata dal duo Stan&Lex, dal titolo “Lo straniero”: la figura imponente di un giovane, realizzata con la tipica tecnica a stencil che caratterizza la loro produzione, è legata alle immagini della loro prima carriera quando i soggetti non erano ancora virati verso forme astratte.
L’opera si trova accanto all’ingresso del Mulino Colombo, una bella combinazione di moderno e antico per la città!
Gli ultimi lavori apparsi a Monza, in ordine cronologico, sono invece la grande testa di Medusa raffigurata da Joe Palla presso la curva parabolica dell’Autodromo (sua è anche la decorazione di una cabina elettrica di fronte all’Ospedale Vecchio con l’immagine dello Stregatto) e i murales realizzati presso la sede della C.G.S. in via Solferino, nel progetto della riqualificazione dell’ex polo industriale.
Le opere, realizzate da un collettivo di artisti riuniti nella società StART Decoration, rappresentano un enorme amperometro, simbolo della ditta, e figure che sembrano emerse dagli anni Sessanta, epoca in cui la C.G.S. era all’apice della sua produzione.
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