Monza Agliate pedalando in bicicletta: cosa ne dici di una gita su due ruote, viste le belle giornate?
Nel Parco della Valle del Lambro c’è un sentiero ciclopedonale che parte da Monza, attraversa quasi tutta la Brianza e arriva al lago di Alserio con un percorso di quasi 30 chilometri.
Il sentiero racconta la storia di un territorio attraverso il suo fiume Lambro e ci rivela boschi, campi coltivati, cascine, colline moreniche, maneggi, ville patrizie e chiese.
L’itinerario attraversa un’inaspettata natura abitata da querce, robinie, pioppi, abeti rossi, biancospini, agrifogli, pungitopo e ospita gufi, civette e tassi, aironi cinerini, garzette e anche il raro martin pescatore.
Lungo il percorso si incontrano anche interessanti esempi di archeologia industriale che se da un lato ricordano lo sfruttamento del Lambro nel corso del XX secolo ed il conseguente degrado ambientale, dall’altro lato testimoniano la dinamica attività manifatturiera brianzola degli anni ’50. Si incrociano vecchi mulini un tempo azionati dalla corrente del fiume, ex-manifatture dedicate alla tintura delle stoffe e cotonifici ormai dismessi. Fortunatamente negli anni ’80 sono iniziati interventi di raccolta e depurazione delle acque e attività in difesa dell’ambiente che hanno portato prima all’istituzione del Parco Regionale e poi al recupero del verde in un’area tra le più cementificate della Brianza.
Le tappe più interessanti dell’itinerario sono il Parco di Monza, gli scorci suggestivi di Canonica, la bellissima Basilica di Agliate, l’Oasi di Baggero, il laghi di Pusiano e Alserio.
L’itinerario è abbastanza pianeggiante e ben segnalato, in parte su asfalto e in parte su strada sterrata.
Lo potete percorrere a piedi o in bicicletta, meglio in Mountain Bike. L’intera ciclopedonale è impegnativa e per chi non fosse allenato o volesse semplicemente fare un’esperienza lenta, consiglio di percorrerne solo un tratto. In alternativa, se siete stanchi, potete muovervi in treno al ritorno. Alla fine dell’articolo segnalo le stazioni ferroviarie da cui tornare.
Vi racconto un tratto particolarmente suggestivo alla portata di tutti, che interessa i primi 10 km: DA MONZA AD AGLIATE.
IL PERCORSO IN 8 TAPPE
- PARCO DI MONZA- BIASSONO-LESMO. Partite da Biassono, dall’ingresso di Cascina Costa Alta e cogliete l’occasione per ammirare questo bell’edificio d’inizio XIX secolo, progettato dall’architetto Giacomo Tazzini, in passato Scuderia Reale e ora sede dell’Ostello della Gioventù. Da qui prendete il percorso in discesa che porta verso l’Autodromo, quindi girate a sinistra per uscire dal Parco. Siete ora in via Parco. Attraversate la strada e imboccate la ciclabile a destra. Andate sempre dritto per 800 metri in direzione stazione ferroviaria di Biassono – Lesmo. Siete già sulla ciclabile della Valle del Lambro. Attraversate il passaggio a livello e proseguite sulla ciclopedonale, ora sul lato destro della strada, fino al primo incrocio con Cascina Campello. Da qui prendete la strada sterrata a sinistra che costeggia la ferrovia con qualche leggero saliscendi e seguite le indicazioni per Canonica-Erba.
- GERNO – MACHERIO. Man mano che avanzate, lasciate alle spalle campi e abitazioni per immergervi in una natura rigogliosa e verdissima. Superate due ponti in ferro e girate poi a sinistra per proseguire sulla pista ciclabile che costeggia Via Galilei passando sotto il grande ponte di Gerno. Superate un bar/pizzeria attrezzato con tavoli all’aperto. Se avete bambini al seguito, poco più avanti accanto ad una residenza ricavata da un’antica filanda, c’è un bel parco giochi e un bar dove sostare.
- CANONICA LAMBRO. Proseguite il sentiero fino a Canonica, frazione di Triuggio, che si sviluppa sulle rive del fiume. Date uno sguardo alla sponda opposta dove si trova l’antico nucleo rurale in abbandono di cascina “Molinaccio” Canonica. I campi e il complesso testimoniano il significativo ruolo dell’agricoltura in Brianza nel passato. Mentre la poco distante cinquecentesca Villa Taverna è un esempio di funzione turistica e culturale delle ville patrizie. Concedetevi una sosta per ammirare (da fuori) la scenografica Villa. Consiglio vivamente di visitarla durante le iniziative di Ville Aperte. Nella via principale di questo pittoresco paese c’è qualche localino dove poter fare un aperitivo o fermarvi per pranzo.
- MOLINI BASSI- ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE. Riprendete la ciclabile e proseguite in direzione Sovico. In questo tratto potete ammirare alcune interessanti grotte. Proseguendo, incontrate invece tracce sempre più evidenti del paesaggio della prima rivoluzione industriale. Nei pressi del nuovo ponte tra Sovico e Triuggio c’è l’ex-scatolificio Tassi. Procedete in direzione Albiate-Erba fino a giungere in località ‘Molini Bassi’, un piccolo borgo sulle rive del fiume, il cui nome deriva dei numerosi mulini che un tempo venivano usati per le macine. Da qui, per 180 anni, si è prodotta anche l’acqua per la Roggia del Principe, destinata ad alimentare i giardini della Villa di Monza. Superato il nucleo di Molini Bassi, trovate l’area dismessa di una vecchia filanda appartenuta all’antica Tessitura Galeazzo Viganò che a cavallo tra il XIX e il XX secolo occupò migliaia di operai provenienti dai comuni circostanti. L’opificio comprendeva la filatura sulla riva destra del Lambro (Ponte Albiate) e la tessitura su quella sinistra (Triuggio). Il Lambro era ampiamente sfruttato dall’azienda, tanto che i cittadini di Molino Bassi scrissero nel 1894 una delle prime denunce di inquinamento ambientale della storia in Italia.
- PONTE ALBIATE. Costeggiando il Lambro verso Triuggio, ad un certo punto sbucate in un parcheggio in località Ponte Albiate, altro borghetto suggestivo che consiglio di visitare. Se volete mangiare una pizza, al di là del ponte, a destra c’è un buon ristorante pizzeria dove nella bella stagione si può mangiare all’aperto. Se invece volete fare un bell’aperitivo estivo, suggerisco il locale con terrazza sito proprio di fronte al parcheggio. Ponte Albiate è stato sede di numerosi opifici tessili tra cui spicca sulla sponda destra del fiume la Manifattura Caprotti, costruita tra il 1867 e il 1884 e ora in dismissione. Da menzionare anche l’oratorio dedicato ai Santi Gervaso e Protaso, costruito nel 1842 su progetto dell’architetto Nava e considerato modello di stile neoclassico in Brianza.
- ALBIATE. Dal parcheggio di Ponte di Albiate attraversate la strada e prendete il vicolo di Costa Corta, una stradina in salita fatta a scalini che poi diventano ciottoli. E’ molto ripida ma è forse l’unica salita impegnativa del percorso e parliamo di 100 metri di strada. Al termine della viuzza dovete scavalcare tre gradini con la bici in spalla. Siete ad Albiate. Proseguite sempre in direzione “Agliate-Erba” lungo via Roma, alla fine della quale svoltate a destra in via San Valerio, dove potete intravedere Villa Airoldi Caprotti, edificata nel ‘600 sulle rovine di alcune fortificazioni medievali. Se volete esplorare quest’area, nel paese ci sono due importanti dimore patrizie: la Casa del Conte Tomini, tipico palazzo urbano settecentesco ristrutturato nel secolo successivo, e Villa Tanzi, edificata intorno alla metà dell’800. Una villa visitabile è Villa Campello, oggi sede del Municipio e della biblioteca, opera dell’architetto Giuseppe Gmur che la ultimò a inizi del ‘900 utilizzando diversi stili architettonici, dal rinascimentale al neoclassico. La villa è circondata da un parco con piante ultrasecolari. Ritornando al nostro percorso, proseguite su via Resegone che poi diventa sterrata. Siete nel bel mezzo di campi.
- CARATE BRIANZA – REALDINO. Giunti ad un incrocio a T, in prossimità di un’azienda agricola, svoltate a destra e dopo una serie di tornanti, ridiscendete nella valle del Lambro. Superate un maneggio. Siete a Carate Brianza. La via prosegue ora incassata tra il fiume e il ripido fianco della valle; dopo qualche centinaio di metri, il sentiero passa tra una ripida scarpata rocciosa e il muro di cinta di un filatoio dismesso. Qui siete di nuovo su strada asfaltata aperta al traffico. In teoria dovreste superare il ponte e proseguire lungo la ciclopedonale ma al momento il comune di Carate Brianza ha chiuso un tratto del sentiero per motivi di sicurezza. Quindi proseguite dritto lungo Via Fiume fino alla rotonda. Seguite dritto lungo Viale Trento Trieste e poi girate a destra nella via a senso unico, Via Piave, seguendo le indicazioni per “Borgo di Realdino”. Sbucate in Via Alessandro Volta e percorrete tutta la strada che ad un certo punto gira a destra in discesa. In prossimità del ponte che attraversa il Lambro, siete a Realdino, un piccolo agglomerato di case noto per due ragioni:
- Le sue fresche grotte naturali scavate nel ceppo dalle quali sgorga ancora oggi l’acqua. Accanto alle grotte in passato sorsero osterie e trattorie, tra cui una delle locande più antiche della Lombardia, nata nel 1722 per fornire vitto e alloggio ai commercianti, ai lanaioli e ai trasportatori di sacchi di farina. Queste trattorie erano frequentate dai milanesi che nel Novecento, vi arrivavano a bordo del tram “Gamba del Legn”. Da qui nasce il detto popolare “A Realdino si visita l’acqua e si beve il vino”. Se d’estate cercate il fresco, consiglio una cena all’aperto nell’unica trattoria rimasta. Oltre alla buona cucina e alla frescura, avrete accesso alle famose Grotte di Realdino, incorporate nel locale.
- Un fantastico panificio che in Brianza è diventato un’istituzione. Se passate da qui, assaggiate il pane con le olive taggiasche, alla zucca, alle castagne, con l’uvetta, con le noci. Provare per credere!
- AGLIATE. Dalle grotte di Realdino prendete la strada in salita che costeggia la trattoria e imboccate la ciclopedonale. Questo tratto lambito dal Lambro è un’area verde molto suggestiva popolata anche da scoiattoli. Godetevi la discesa e sbucate nel Parco attrezzato che dà le spalle alla splendida Basilica di Agliate con l’attiguo Battistero. Gioiello del X secolo, la basilica è una delle più interessanti testimonianze di architettura romanica in Brianza. I tre ingressi della facciata costruita in ciottoli di fiume confermano la tripartizione interna. Sotto il presbiterio c’è una cripta del XII secolo. Il Battistero a nove lati conserva affreschi altomedievali, trecenteschi e quattrocenteschi. Verso la fine dell’800 venne aggiunto il campanile quadrangolare. Consiglio anche un giro tra i vicoli del piccolo borgo.
Qui si conclude il nostro itinerario. Se non siete stanchi, potete proseguire verso Erba attraversando Verano Brianza, Giussano, Veduggio, Nibionno, Merone e infine Erba.
DUE INTERESSANTI VARIANTI AL PERCORSO:
BICI E TRENO ALL’OASI DI BAGGERO. Tornate a Carate fino a via Sette Gocce, nel tratto dove la pista ciclabile è al momento interrotta. Risalite Via Leonardo da Vinci per giungere alla stazione di Carate-Calò (www.trenord.it). Prendete il treno per Molteno e quindi cambiate per Merone. Dalla stazione di Merone, prendete a destra via San Girolamo Emiliani e, proseguendo sempre dritto, arrivate all‘Oasi di Baggero. E’ una riserva protetta con due laghetti artificiali alimentati da acque sorgive e del Rio Cavolto ed una suggestiva cascata. Questa spettacolare area è un bell’esempio di recupero alla natura. L’area era infatti un grande scavo minerario di marna da cemento del vicino cementificio, ora anch’esso in dismissione. Qui è presente un Centro Visita del Parco della Valle del Lambro, con Ostello e Punto Bar Ristoro, dove potete godere di un po’ di relax prima del vostro rientro o addirittura pernottare.
LA VALLE PEGORINO. Se avete la mountain bike, a 200 metri dal ponte di Canonica, proprio al confine con Villa Gernetto di Lesmo, c’è una sbarra da cui parte un itinerario nella Valle Pegorino, che prende il nome dall’omonimo rio, affluente del Lambro. Il percorso è molto piacevole per i continui guadi e potete esplorarlo anche a piedi. Lasciatevi guidare dal Rio Pegorino tenendolo alla vostra destra. Vi attendono boschi di robinie, carpini, farnie, ontani e frassini.
POSSIBILITÀ DI RITORNO IN TRENO CON LA LINEA TRENORD. Tratta ferroviaria Milano-Lecco via Molteno, Oggiono:
- Biassono-Lesmo-Parco
- Canonica: stazione di Macherio-Canonica
- Albiate: stazione di Triuggio-Ponte Albiate
SCHEDA TECNICA DEL PERCORSO:
- lunghezza: 10,5 km andata + 10,5 km ritorno
- dislivello: + 200 metri, – 150
- tempo di percorrenza: circa 4h; (escluse soste)
- Classificazione Difficoltà Escursionistica: T (Turistica)
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